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Un team di scienziati, tra cui alcuni ricercatori del CREF, ha proposto una nuova strategia per le vaccinazioni in Italia

Conviene fare come il Regno Unito dove si ritarda la seconda dose per dare spazio alle persone che devono ancora sottoporsi alla prima? Ce lo dice un gruppo di ricerca che comprende anche scienziati del CREF.
La risposta a questa domanda ce l’ha data, pochi giorni fa, un gruppo di ricerca composto da studiosi provenienti da diversi ambiti. Il team di ricerca comprendeva scienziati del Bambino Gesù di Roma, del dipartimento di Fisica all’Università Tor Vergata di Roma, del Centro di ricerca Enrico Fermi, del dipartimento di ingegneria all’Università Roma Tre e dell’Università di Padova.
Questo gruppo ha sviluppato un modello in cui viene stimato l’impatto della vaccinazione sulla mortalità degli anziani, seguendo una strategia vaccinale (simile a quella del Regno Unito) per la quale si prevede la somministrazione della prima dose ad una maggiore fetta di popolazione, in alternativa alla strategia attualmente usata che prevede due dosi somministrate a distanza di 3 o 4 settimane.
Gli autori hanno pubblicato l’articolo scientifico sul server MedrXiv, in attesa di revisione dei pari. In ogni caso, il modello sembra funzionare. Essi valutano 3 possibili scenari: nel primo si effettuano circa 400mila vaccinazioni per settimana, con la dose somministrata a 11 settimane di distanza; nel secondo se ne somministrano circa 600mila, 7 settimane e mezzo verrebbe eseguito il richiamo; nel terzo vengono somministrano 800mila dosi, aspettando 5 settimane e mezzo per il richiamo.
Tutti i possibili scenari considerati, facendo riferimenti ai dati messi a disposizione dai vari enti, su tutti quelli dell’ISS, garantirebbero, comunque, un miglioramento rispetto ai risultati ottenuti attraverso l’attuale strategia.
Secondo questo team di ricercatori, infatti, dare priorità alla prima dose sulla popolazione non ancora vaccinata piuttosto che avere la premura di effettuare la seconda dose è la strategia da seguire: nel migliore dei casi porterebbe la riduzione della mortalità negli anziani per il 19,8%; nel peggiore dei casi ci sarebbe comunque un risultato positivo che vedrebbe in calo del 9,2 i decessi tra gli over 80.
Complimenti al team di ricerca in generale e ai ricercatori del CREF Giulio Cimini, Andrea Gabrielli, Gaetano Salina, Francesco Sylos Labini che hanno dedicato attenzione allo studio della miglior strategia per la somministrazione dei vaccini. Anche Wired ha pubblicato un articolo divulgativo per dare risalto alla loro proposta e al loro studio.