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Il 28 novembre di 56 anni fa ci lasciava Enrico Fermi, uno dei fisici più illustri idella storia scientifica italiana e mondiale. Fermi, uno scienziato memorabile, era soprannominato “l’ultimo uomo che sapeva tutto”: un appellativo che riassume bene la grandezza del suo personaggio.
Nel corso della sua carriera manifestò in diverse occasioni le sue straordinarie capacità, portando avanti diversi argomenti di studio, dalla meccanica quantistica alla fisica nucleare. Legò il suo nome all’Istituto di Fisica e ai Ragazzi di Via Panisperna. Quando il fascismo impose le leggi razziali, preferì allontanarsi subito dall’Italia. Trascorse i suoi ultimi anni a Chicago, dove insegnò all’università diventando un mito per tutti.
Un suo collaboratore al funerale disse: “chiunque conosceva il Professor Fermi si accorgeva subito di trovarsi di fronte ad un uomo dotato di uno straordinario assortimento delle capacità umane: l’equilibrio, l’ingegno, la semplicità e la sincerità; chi può dire di aver visto mai tali e tante quantità riunite in una persona sola?”.
La diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e la conseguente disponibilità di una ricchezza di dati senza precedenti hanno aperto nuove opportunità per un'indagine scientifica sulla complessità degli ambienti urbani.
Questa disponibilità di dati ha favorito studi volti ad identificare i modelli di coevoluzione dei comportamenti umani e sociali (così come l'innovazione a livello di infrastrutture e servizi). Mappare i fenomeni che ci interessano all’interno di una città può permettere di progettare soluzioni che rendano lo spazio urbano più efficiente ed inclusivo.
A tal fine, ci si concentra su un aspetto specifico delle città, ovvero il tema dell'accessibilità. L'accessibilità può essere descritta come la capacità delle città di consentire alle persone di muoversi in modo efficiente garantendo equità e pari accesso alle opportunità personali e professionali. In questa prospettiva, accessibilità non significa solo la capacità complessiva di transito urbano: deve anche essere declinata come accessibilità di aree specifiche, per persone particolari con scopi specifici. Ancora più semplicemente si può dire che con l’accessibilità s’intende una valutazione complessiva dei servizi pubblici, non sempre distribuiti omogeneamente.
Non è raro, infatti, che i progetti di trasporto pubblico guidati dai governi beneficino solo una piccola parte della popolazione, mentre le condizioni di viaggio medie rimangono scarse per la maggior parte della popolazione. È quindi importante essere in grado di quantificare l'accessibilità in un modo che rappresenti da vicino l'esperienza dei cittadini, concentrandosi sui tempi di percorrenza tra le varie aree geografiche. La nozione matematica chiave utilizzata per quantificare i tempi di viaggio sarà quella delle mappe isocroniche, cioè mappe che mostrano le aree relative alle isocrone tra diversi punti.
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Il Progetto EEE aderisce alla Notte Europea dei Ricercatori tramite l’iniziativa "SocietyNext" (https://notte-dei-ricercatori.sharevent.it) e parteciperà con uno stand virtuale su polarquEEEst con una diretta a partire dalle 19:30. Una volta che ci si è registrati sul portale, il nostro stand virtuale è visibile direttamente al link https://notte-dei-ricercatori.sharevent.it/it-IT/sponsors/6346
Siete tutti invitati a partecipare!
PolarquEEEst: misura dei raggi cosmici al Polo Nord. Cosa può affascinare di più di un viaggio fra i ghiacci del Polo Nord alla scoperta di paesaggi unici e una natura spettacolare? E se il viaggio fosse anche l'occasione per uno studio sui raggi cosmici in regioni sino a ora avare di misure? E se in questa avventura fossero coinvolti anche i ragazzi delle scuole medie superiori in Europa? Tutto questo è stato l'esperimento PolarquEEEst che continua a prendere dati nella base scientifica di Ny Alesund (Svalbard) da oltre un anno.
Il progetto PolarquEEEst è nato all'interno del progetto "Extreme Energy Events - la scienza nel cuore dei giovani" in occasione della spedizione PolarQuest 2018 verso il Polo Nord a 90 anni dall'impresa di Umberto Nobile.
Inizio diretta Zoom ore 19.30.
La diretta si svolgerà alternando una sessione (30 minuti) in cui ricercatori e studenti parleranno del loro lavoro nell'ambito di polarquEEEst (con possibilità di porre domande attraverso la chat) e una sessione libera di domande/video sulla spedizione (30 minuti).
19.30-20.00 presentazione attività di PolarquEEEst da parte di ricercatori e studenti
20.00-20.30 domande ai ricercatori/video sulla spedizione
20.30-21.00 presentazione attività di PolarquEEEst da parte dei ricercatori e studenti
21.00-21.30 domande ai ricercatori/video sulla spedizione
Interverranno studenti delle scuole:
Liceo A. Volta - Reggio Calabria
Liceo Scorza - Cosenza
presentando la loro esperienza nell'analisi dei dati di PolarquEEEst durante l'International Cosmic Day 2020.
 
Complimenti a Francesco Sylos Labini che ha vinto il concorso da dirigente di ricerca del CREF.
Francesco Sylos Labini è un fisico teorico la cui attività di ricerca comprende argomenti che sono all'interfaccia tra sistemi complessi, cosmologia e dinamica gravitazionale.
La sua carriera è iniziata con la laurea in fisica alla Sapienza di Roma e il conseguimento del Ph.D. all'università di Bologna; dopo aver lavorato 8 anni tra Svizzera e Francia, è approdato nel 2005 al Centro Ricerche Enrico Fermi dove è strutturato dal 2010. Collabora con l'Istituto per i Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma ed è associato all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Durante la sua attività di ricerca ha pubblicato più di 100 articoli su riviste peer-reviewed e una monografia tecnica per Springer. Si è occupato a lungo anche di politica della ricerca e divulgazione scientifica, pubblicando diverse monografie e vari articoli su riviste di divulgazione in Italia e all'estero.
Studiare la crescita economica significa indagare sia l’andamento dei paesi industrializzati e sviluppati, che quello dei paesi in via di sviluppo. Durante lo studio dei paesi sviluppati, la maggior parte della crescita è vista come un processo di equilibrio, un trend di crescita continua su uno standard ben consolidato. Entrambi i modelli, quelli in cui la crescita è esogena e quelli in cui è endogena, possono essere rappresentati come processi che percorrono un percorso di equilibrio.
Questa focalizzazione sugli stati di equilibrio ha portato l’attenzione verso il Total Factor Productivity. La ricerca empirica mostra che, in effetti, la maggior parte delle differenze nella crescita tra i paesi sono spiegate dalle differenze nella crescita della produttività totale dei fattori.
Lungo il percorso verso l'industrializzazione, le capacità industriali del paese, i prodotti corrispondenti e le preferenze dei consumatori si viene a riorganizzare l’ecosistema economico, portando alla libertà della popolazione di perseguire i propri interessi in settori e attività imprenditoriali nuovi. Questo fatto aumenta notevolmente la diversificazione e la complessità dell'economia di una nazione.
Misurando quantitativamente la complessità di un'economia attraverso una nuova dimensione, la fitness del Paese, è possibile comprende l’importanza della diversificazione per lo status di un paese. I sistemi economici condividono con i sistemi complessi tradizionali l'emergere di comportamenti collettivi inediti generati da interazioni tra le loro componenti di base.
Secondo degli studi condotti da studiosi attualmente in carica al CREF, l'industrializzazione di un paese è un processo dinamico in cui emerge una rete complessa che rafforza le capacità di produzione e la domanda di prodotti su scala nazionale. La prosperità e le potenzialità di un Paese, quindi, possono essere analizzate considerando questa nuova dimensione, che tiene conto della diversificazione e della complessità del sistema produttivo.
La legge di Zipf è una regolarità statistica ubiqua nei sistemi complessi. Ad esempio, considerando le città di una nazione, tale legge sostiene che la popolazione della seconda città più popolosa all’interno di uno stato è pari alla metà della prima. La terza sarà un terzo. La quarta sarà un quarto. E così via. Questo andamento caratterizza anche le città italiane: Roma 2.84 M, Milano 1.40 M, Napoli 0.90 M.
Se sostituiamo alle città i crateri lunari e alla popolazione il diametro del cratere, osserviamo lo stesso andamento, così come considerando le persone più ricche del mondo e la loro ricchezza o le parole più usate e la loro frequenza. La legge di Zipf è infatti osservata in moltissimi sistemi complessi e ciò è in parte dovuto alla sua stretta relazione con le distribuzioni a potenza.
Nonostante questa ubiquità e i molteplici tentativi fatti per spiegare l'origine della legge di Zipf, non è ancora stato individuato un unico meccanismo generativo capace di spiegare tutte le sue manifestazioni, dalla popolazione delle città ai crateri lunari.
A riprova delle molteplici manifestazioni di questa regolarità statistica, alcuni ricercatori del CREF stanno utilizzando la legge di Zipf per studiare la distribuzione delle galassie nell'universo.
Qui un articolo scientifico in cui viene analizzata la relazione tra legge di Zipf e distribuzioni di probabilità a potenza.
Più di quanto si possa immaginare, la ricerca italiana occupa una buona posizione nella classifica globale, nonostante la percentuale di investimento pubblico inferiore a quella di altri paesi. Questo “vantaggio” potremmo buttarlo via se continuassimo a ridurre l’investimento e ad avviare un accentramento delle risorse verso i più importanti poli di ricerca.
I dati dicono, infatti, che i paesi leader nel settore tecnologico tendono a rendere il più possibile diversificato il loro sistema di ricerca. Questo deve avvenire, sia costruendo un ecosistema di ricerca vario, sia incentivando l’interdisciplinarietà al suo interno. È questa la mentalità su cui il CREF fonda la propria visione, portando avanti temi di ricerca molto diversi tra loro. Per migliorare il nostro ecosistema di ricerca bisogna analizzarlo è confrontarlo con i numeri degli altri paesi.
È ovvio che quando si confrontano paesi molto differenti (ad esempio, gli Stati Uniti e la Svizzera) bisogna tener conto del fatto che la produzione scientifica globale dipende dalle dimensioni del paese stesso: ad esempio dal numero di ricercatori o dall’investimento totale in ricerca. Un dato molto interessante è il rapporto tra l’investimento in ricerca e i risultati, in termini di pubblicazioni e citazioni. Questa relazione è tendenzialmente lineare, con alcune deviazioni più o meno significative.
Ad esempio, Gran Bretagna, Israele, Canada, Nuova Zelanda, ottengono più risultati rispetto alla “media ponderata” della spesa/citazioni globale. Stati come Giappone, Cina, Messico, Turchia, invece, producono sotto la media. Per l’Italia, che in ricerca investe una percentuale del PIL (1,2%) della metà inferiore a quella francese e tedesca, il rapporto qualitativo della ricerca rimane notevole. È bene ricordarlo dato la confusione che spesso si fa e si legge sul funzionamento della ricerca in Italia.
 
Nella giornata di venerdì 20 novembre Andrea Gabrielli è stato nominato direttore scientifico delle attività museali e di ricerca del CREF.
Negli ultimi venti anni ha lavorato a numerosi problemi di fisica statistica, che vanno dai fenomeni di crescita frattale, percolazione, criticità auto-organizzante ad applicazioni dei metodi della fisica statistica alla cosmologia, problemi gravitazionali e reti complesse che rappresentano ora il suo principale interesse di ricerca. Ha, inoltre, contribuito al progetto di ricerca Economic Fitness.
Il nuovo direttore scientifico si occuperà della gestione della struttura museale e di ricerca.
Andrea Gabrielli provvederà al coordinamento dei progetti interdisciplinari del CREF e alla loro attuazione; nonché s’impegnerà nella valorizzazione e diffusione dei risultati delle attività di ricerca, nella promozione delle attività di disseminazione della cultura scientifica e delle attività del Museo Storico della Fisica.
#direttorescientifico #andreagabrielli #cref
Il CREF è pronto ad immergersi nello studio del mondo online. Si cercherà di comprendere meglio quali meccanismi dominano la formazione delle echo chambers, la polarizzazione e la diffusione di diverse narrative online.
L’approccio sarà principalmente orientato su 4 aspetti:
1) La teorizzazione, l’implementazione e la validazione di nuove metriche per caratterizzare le dinamiche sociali online con particolare riferimento a fenomeni di fruizione di informazione e interazione con altri utenti.
2) L’analisi delle caratteristiche proprie di ogni singola comunità con particolare riferimento alla tipologia di linguaggio utilizzato e ai tratti specifici di ogni singolo gruppo al fine di prevederne l’evoluzione
3) Implementazione di metriche atte a valutare i pattern di produzione delle informazioni da parte di testate giornalistiche sui vari social media (Facebook, Twitter, YouTube, Instagram etc.) al fine di capire come il business model e le strategie di pubblicazione influenzino la percezione e la fruizione dei contenuti online.
4) Metriche per la classificazione e previsione del hate speech sia dal punto di vista algoritmico che normativo. L’attività prevede la collaborazione con l’autorità garante per le comunicazioni. Per facilitare l’implementazione del progetto si prevede la messa in esercizio di una piattaforma permanente di monitoraggio dati e attività di confronto e divulgazione orientate a sensibilizzare una vasta audience al tema dei dati e dell’impatto dei social media sulla nostra società.
In breve, l’analisi dei comportamenti sociali con l’avvento dei big data può essere affrontata anche attraverso la data science. Lo studio sistematico svolto in maniera quantitativa e puntuale dei processi sociali ha notevolmente allargato il potenziale di indagine. In questo contesto con progetto del CREF intendiamo proporre lo studio mirato dell’effetto delle piattaforme sulle dinamiche della nostra epoca attraverso un approccio fortemente quantitativo ed empirico.