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Per poter programmare una Fase 2 è necessario comprendere i motivi del rallentamento della diffusione dell’epidemia, che comunque continua a persistere in Italia  più a lungo di quanto sperato. Osservando lo sviluppo del virus su scala nazionale, va considerato che esso è dovuto alla somma degli andamenti di diverse Regioni, o anche di diversi gruppi di Comuni all’interno di ogni Regione. Dunque, il dato nazionale è il risultato di tendenze eterogenee che rende difficile una previsione, anche su scala regionale, considerando, inoltre, che la rete su cui l’epidemia si sviluppa è molto complessa: alcune reti sono inclini alla diffusione e alla persistenza delle infezioni, qualunque sia il tasso di diffusione. In questa situazione, avere un dataset completo per tracciare l’andamento del virus è la chiave per poterlo contenere, e per predisporre un eventuale rilassamento delle misure ad hoc per i diversi territori. Al momento esistono sicuramente dei dati migliori, ma non sono pubblici.
Link all'articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano